Come è fatto un orologio ? Lista copleta Componenti

by Massimo Celeste

L’orologio visto da fuori viene classificato per la sua forma, per il suo genere di utilizzo, ci accorgiamo se è classico o se è sportivo forse, se siamo molto attenti, ci sbilanciamo se ha una destinazione di utilizzo molto tecnica oppure no ma a nessuno, tranne a chi ne è appassionato, verrà in mente di sapere, ad esempio, se ha il micro rotore oppure no; è come una automobile da fuori può piacere o no, ma a quali consumatori, ad eccezione dei più informati, verrà in mente di chiedere se ha il doppio carburatore?

Il viaggio che inizieremo lungo questo articolo ha lo scopo di informare sui nomi e gli utilizzi delle parti esterne ed interne che compongono un orologio, allacciate le cinture, si parte!

Differenze componenti orologio al quarzo / meccanico / ibrido

Iniziamo con una distinzione tra i 3 macro-blocchi che si delineano analizzando le varie tipologie di movimento che possiamo trovare all’interno di un segnatempo:

1) Movimento al quarzo

2) Movimento meccanico

3) Movimento elettromeccanico o ibrido

Il movimento cosiddetto “al quarzo” si può poi dividere in movimenti a batteria, che una volta esaurita viene sostituita e movimenti ad energia solare che hanno un mini pannello solare sotto al quadrante che permette di riporre l’energia offerta dalla luce all’interno di un accumulatore che provvederà ad erogare l’input al movimento.

Il movimento cosiddetto “meccanico” sfrutta l‘energia rilasciata dalla molla di carica che allentandosi cede energia che tramite un sistema di ruotismi meccanici muove le lancette.

Im movimento cosiddetto “elettromeccanico” (ibrido) mantiene il sistema di ruote meccaniche per muovere le lancette ma prende l’energia necessaria da un accumulatore alimentato da una batteria che al termine del suo ciclo deve essere sostituita (es. Rolex Oysterquartz)

Analisi parte esterna segnatempo

componenti esterne orologio da polso

Scopriamo ora il nome e la funzione delle parti esterne:

ANSA: Attributo della carrure tramite il quale viene ancorato o il cinturino, in pelle, in cordura o in plastica, oppure il bracciale metallico. Negli orologi sportivi le anse sono ricavate dal pieno. In altri casi le anse vengono saldate alla cassa in un momento secondario della lavorazione, questo le rende molto fragili e possibile elemento di rottura. Negli orologi militari, (es. Panerai Radiomir) le anse sono collegate alla cassa tramite viti che ne garantiscono robustezza e poco ingombro sul polso; ricordiamo alcune tra le forme in cui sono più diffuse: dritte, a goccia, a ragno, ad elica, a lancia, curve, integrate quando sono un tutt’uno con il bracciale, ed in ultimo, snodabili. Il bracciale è ancorato alla cassa, solitamente, tramite le spring bar.

ANSE PROTEGGI-CORONA: Nei modelli pensati per un uso sportivo possiamo trovare alla destra ed alla sinistra della corona di carica due protuberanze, solitamente ricavate dal pieno insieme alla cassa, che la proteggono da urti accidentali che potrebbero rovinarne il funzionamento oppure provocare una momentanea perdita di impermeabilità causando infiltrazioni dannose per il movimento oppure, in ultima analisi, piegare l’albero di carica pregiudicando il corretto funzionamento del segnatempo stesso.

ARDIGLIONE: Il puntale della fibbia presente nei cinturini che penetrando nel foro del cinturino ne impedisce il suo sganciamento.

BARRETTA TELESCOPICA: Il fissaggio del cinturino o del bracciale alle anse e’ garantito nella quasi totalità dei casi, mediante una spring-bar in acciaio contenente due molle che spingono costantemente le estremità nei loro alloggiamenti fissando il cinturino/bracciale alla cassa, con un apposito strumento con una estremità a forma di U sono molto semplici da smontare.

BISELLO: Lavorazione di smussatura operata lungo gli spigoli della cassa o del bracciale mediante un taglio inclinato: “bisellatura”.

BRACCIALE: Stesso scopo del cinturino ma realizzato, solitamente, in metallo; da evitare quelli in ottone cromato (allergie ai metalli), in alta orologeria troviamo anche bracciali in oro o platino, in tutti i casi le singole componenti al suo interno sono definite “maglie”.

CARRURE: Parte mediana della cassa, in altre parole lo spessore laterale della stessa.

CASSA: La cassa è la vera struttura portante, potremmo definirla telaio e carrozzeria dell’orologio, essa e’ il collante tra le parti che danno vita alla parte esterna del segnatempo, il cofano all’interno del quale viene alloggiato il motore, cioè il movimento. Solitamente composta da tre parti (carrure, lunetta, fondello) che possono essere fissate alla struttura a vite, oppure a scatto. Viene definita “MONOBLOCCO” quando è ricavata da una lavorazione dal pieno ed il fondello non è rimovibile. Può essere costruita in varie leghe le più comuni delle quali sono acciaio, titanio, bronzo oppure ceramica; la possiamo trovare nell’alta orologeria in metalli nobili quali oro e platino. Negli ultimi decenni sono comparse casse in materiali plastici, sintetici e in derivati dall’industria aerospaziale.

CINTURINO: E’ l’elemento che ha permesso l’evoluzione da orologio da taschino ad orologio da polso, ha il suo fine ultimo nel tenere fermo il segnatempo intorno al polso, realizzato in pelle per serate eleganti oppure in tela, caucciu’ o in materiali sintetici, per utilizzi più sportivi o militari.

CONTATORE: Prende questo nome ogni piccolo sub-dial supplementare contenuto nei quadranti, solitamente dei cronografi, e può indicare il trascorrere dei secondi riferiti all’orario come dei secondi/minuti/ore cronografiche. Per estensione lo stesso nome viene attribuito anche ad altri piccoli sub-quadranti raffiguranti il calendario completo, perpetuo o anche le fasi lunari. In alcuni casi dei modelli presentano contatori circolari indicanti la data.

CORONA: E’ l’elemento posizionato all’estremita’ dell’albero di carica, solitamente di proporzioni tali da garantirne una certa facilità di estrazione. La troviamo “a vite” cioè avvitata alla cassa, “a pressione” cioè semplicemente appoggiata alla cassa quando non viene utilizzata ed “a scomparsa” quando in posizione di non utilizzo si nasconde totalmente all’interno della carrure, Tenuta in posizione normale e ruotandola in senso orario e’ possibile ricaricare il movimento meccanico (manuale/automatico), per rimettere l’ora va portata in posizione di prima estrazione, anche in caso di movimento al quarzo, se il modello di orologio che abbiamo tra le mani è dotato di datario in posizione intermedia e’ possibile regolarne il numero del giorno girando in senso orario; nei modelli GMT si potrà regolare anche la sfera indicante il secondo fuso orario.

DATARIO: Generalmente una finestrella ricavata sul quadrante in cui un disco numerato mostra il numero del giorno del mese. Può avere anche altre forme, a quadrantino oppure di tipo rail, cioè con i giorni incisi circolarmente all’estremità del quadrante e indicati da una lancetta dedicata.

FONDELLO: Parte posteriore dell’orologio, esattamente la superficie che viene a contatto con il polso quando indossiamo il nostro segnatempo, a vite, a pressione oppure fissato tramite viti.

GHIERA: Anello solitamente girevole, alloggiato sopra la lunetta del segnatempo e contenuto dal porta ghiera profilato e dentellato per offrirne una migliore presa, sul quale sono stampati o ricavati a rilievo la scala dei minuti o altre scale tachimetriche. Le ghiere da sub sono girevoli unidirezionalmente in senso antiorario per tracciare i tempi di immersione, abbiamo anche ghiere con le 24 ore (GMT) o con i nomi delle città del mondo (ORE DEL MONDO) o con le dodici ore incise (DUAL-TIME).

GMT: Orologio munito di una sfera deputata ad indicare l’ora di un secondo fuso orario mediante un giro completo in 24 ore. Se è accompagnata da una ghiera con i nomi di 24 città collocate ognuna in una zona diversa di fuso diventa “ore del mondo“.

GUARNIZIONI: Sono le protezioni, collocate solitamente nei punti di contatto, che proteggono il movimento da infiltrazioni di acqua e/o polvere. La tenuta alle infiltrazioni viene espressa in atmosfere.

INDICI: I punti di riferimento (solitamente di numero pari a dodici) posti sul quadrante per indicare le singole ore. possono essere di varie fogge: espressi in numeri arabi, tramite numeri romani o di forma geometrica. Da segnalare il quadrante denominato “California” che ha indici di tre tipologie: geometrici, a numeri romani ed a numeri arabi. Possono essere dipinti a mano direttamente sul quadrante, stampati oppure applicati, cioè realizzati come elementi indipendenti e poi fissati sulla piastra del quadrante all’interno di microscopici fori su cui si innestano i piedini che vengono poi saldati sul retro. Se trattati con materiale luminescente contribuiscono a rendere leggibile l’ora in condizioni di scarsa illuminazione.

LENTE MAGNIFICATRICE: Una semicirconferenza di vetro, solitamente, posta in corrispondenza della finestra del datario ancorata all’interno oppure all’esterno del vetro, la sua utilità è quella di rendere più leggibile la data ingrandendola.

LUNETTA: Il componente che tiene premuto il vetro contro la cassa, a vite o a scatto.

PULSANTI: Agenti di comando esterni alla cassa azionando i quali è possibile interagire con alcune complicazioni del movimento. Nella maggior parte dei casi vengono utilizzati per azionare il cronografo, ma non mancano pulsanti per il cambio di data, per la regolazione della lancetta del secondo fuso orario ed altro ancora. I pulsanti possono avere varie forme: tondi, ovali oppure rettangolari. Studi decennali sono stati dedicati alla loro impermeabilizzazione; in genere si utilizzano delle guarnizioni interne, ma spesso sono semplicemente serrati a vite per proteggere il movimento dalle infiltrazioni.

QUADRANTE: E’ il “volto” di un orologio, ciò che ci colpisce al primo sguardo quando decidiamo di aggiungerne uno nuovo alla nostra collezione, nella maggior parte dei casi è realizzato su una lastra di ottone, ma non mancano esempi in oro,in argento o platino, la cui superficie può anche essere lavorata a mano tramite una infinità di tecniche. Ai vertici della categoria troviamo quadranti decorati tramite smalti “cloisonnè”, poi decorati tramite fili d’oro posati a mano, gli smalti applicati subiscono ripetuti passaggi al forno, fino ad ottenere la sfumatura o la lucentezza desiderata.

SFERE: Indicano l’ora su un quadrante di tipo analogico o analogico/digitale. Generalmente le lancette sono di un numero pari a due, ore e minuti, spesso salgono a tre con quella dei secondi ma il loro numero può notevolmente incrementarsi con il subentro di altre complicazioni cronografo, la riserva di carica, il calendario completo o perpetuo, fuso orario e a volte l’indicazione della data. La forma delle sfere impatta sulla riuscita del segnatempo per questo ne esistono numerose forme: Mercedes, a foglia, a gladio, a bastone, Alpha, Dauphine, e molte altre ancora. Tipicamente realizzate in ottone, rodiato, ma non mancano esempi di lancette in oro (Rolex, Audemars Piguet) o azzurrate alla fiamma (Cartier).

TRATTAMENTO ANTIRIFLESSO: Viene effettuato un costoso trattamento antiriflesso che, se presente su entrambe le superfici, rende praticamente invisibile il vetro stesso, facendo quasi sembrare l’orologio privo dello stesso e migliorandone enormemente la leggibilità, va segnalato che il trattamento esterno può, in talune circostanze, deteriorasi lasciando degli antiestetici aloni.

TUBETTO: Parte sporgente della carrure solidale con la stessa. Per aumentare il livello di resistenza alle infiltrazioni, la corona viene serrata a vite sul tubetto, che ha ovviamente una sua specifica filettatura. In questi casi la corona deve prima essere svitata prima di poter essere utilizzata. Alcune Maison, per aumentare la resistenza all’acqua dei propri segnatempo hanno creato sistemi proteggi-corona brevettati; coprendola con una seconda corona più grande a vite, una sorta di cappuccio (Cartier) oppure mantenendola costantemente premuta contro la carrure stessa tramite una leva (Graham, Panerai).

TURBILLON: Brevettato da Abraham-Louis Breguet nel 1801, permette di compensare gli squilibri del bilanciere rispetto alla forza di gravità ed alla posizione assunta dall’orologio. Inserendo ancora, spirale, ruota di scappamento e bilanciere in una gabbia girevole, sono invece compensati tutti i possibili squilibri nell’arco di 360° e lo scarto medio giornaliero risulta più contenuto. Nella quotidianità il tourbillon non è così determinante riguardo la precisione di marcia, ma è sicuramente una creazione di altissima orologeria, riservata esclusivamente a segnatempo di Maison prestigiose.

VALVOLA PER ELIO: Valvola solitamente posta sulla parte della carrure posta agli antipodi rispetto alla corona di carica, apertura incisa direttamente sulla cassa che permette la fuoriuscita dell’elio che si può accumulare all’interno della cassa durante l’utilizzo in particolari tipologie di immersioni. La valvola interna farà fuoriuscire l’elio impedendo l’ingresso dell’acqua.

VETROPlexiglas, minerale e zaffiro, queste sono le possibili varianti di vetro. Il plexiglas (plastica) ha costi di realizzazione bassissimi, può essere lucidato per eliminare sottili graffi superficiali ed è facilmente sostituibile, per sua natura non offre una particolare resistenza agli urti. Vetro minerale ha costi e resistenza superiori ma comunque non offre una resistenza elevatissima agli urti ed ai graffi, non può essere lucidato. Vetro zaffiro incarna il top di gamma, è praticamente inscalfibile ma ha costi di produzione considerevoli, difficile graffiarlo ma in caso di rottura rende necessaria una intera revisione dell’orologio in quanto i suoi detriti potrebbero penetrare all’interno del movimento.

Analisi parte interna segnatempo

componenti orologio retro parte interna

Spostiamoci ora all’interno dell’orologio per scoprire cosa si nasconde nel movimento collocato “sotto al cofano”:

ALBERO DI CARICA (REGOLAZIONE): E’ il collegamento tra la corona ed il movimento, la parte visibile dall’esterno è la corona, è un elemento sagomato che, attraverso un foro nella carrure, permette la regolazione delle lancette (sia nel caso di movimento meccanico che al quarzo) e la ricarica del segnatempo comprimendo manualmente la molla (in caso di movimento meccanico). La sua particolare conformazione e’ progettata per ingaggiare di volta in volta il treno di ingranaggi richiesto dall’utente: collegato con il bariletto per le operazioni di ricarica oppure, con la corona estratta, al treno di ingranaggi collegato con le sfere.

AUTOMATICO: Un movimento meccanico dotato di un sistema di ricarica legata al movimento del polso. Il movimento dell’orologio indossato causa l’oscillazione continua di una massa eccentrica di varia forma, che e’ collegata ad una serie di ingranaggi che trasmettono questa rotazione al bariletto ed alla sua molla. Dopo un periodo di lunga inoperosità è comunque opportuno, prima di indossare nuovamente il segnatempo, rinvigorire la carica con una azione manuale dando una trentina di giri alla corona per inizializzare la carica della molla legata al bariletto.

BARILETTO: Organo che contiene la molla di carica e che ne trasmette l’energia di rilascio al treno degli ingranaggi. Attraverso un susseguirsi di ruote dentate può riceve la carica manualmente, attraverso l’albero movimentato dalla corona che ne comprime la molla, o dagli spostamenti del rotore nei movimenti automatici. Vi sono tipologie di orologi che hanno due bariletti e quindi due molle per autonomia di esercizio più lunga (es. Panerai Radiomir 8 Giorni)

BILANCIERE: Principale organo dello scappamento, presente nei movimenti meccanici, associato alla spirale prende il nome di “organo regolatore”. Il bilanciere e’ l’anello che oscillando governa il trascorrere del tempo dalla sua regolarita’ di esercizio dipende la precisione dell’orologio stesso; alla vista si presenta come un anello metallico sorretto dal proprio asse a cui e’ collegata la spirale. Sul bilanciere è collocato un disco con un piccolo perno, che tende purtroppo a deteriorarsi nel tempo tramite l’utilizzo, che ingaggia l’ancora e le detta gli spostamenti laterali dai quali dipende la ruota di scappamento e di tutte le altre ruote che conducono poi alle sfere. Uno dei problemi che storicamente ha attanagliato il buon funzionamento del bilanciere è stato quello delle dilatazioni termiche al variare della temperatura, oggigiorno viene risolto con l’adozione di particolari leghe metalliche molto stabili ai cambi di temperatura.

LINEA: Desueta unità di misura la “Linea francese” (1 linea=2,256 mm) identifica il diametro di un movimento.

MANUALE: Un movimento meccanico la cui molla di carica deve essere compressa tramite rotazioni della corona.

MICROROTORE: Rotore di dimensioni ridotte rispetto al classico ed inscritto in una ansa del movimento invece che esserne sovrapposto. Il suo scopo è rendere meno spesso e più elegante allo sguardo il movimento, solitamente montato su orologi di pregio con fondello in vetro.

NAVETTE: Sistema alternativo alla ruota a colonne, nei movimenti cronografici sono infatti incaricate del corretto funzionamento di questa complicazione: sono delle piastre sagomate sul cui bordo poggiano le leve del cronometro.

ORGANO REGOLATORE: Bilanciere + Spirale.

PIGNONE: Una ruota dentata con pochi denti

PLATINA: Elemento portante di tutta la struttura. E’ formato da un disco di ottone su cui sono ricavati gli alloggiamenti dei vari componenti; rubini, perni, ruote e tutto ciò che compone un movimento.

PONTE: Il ponte chiude, come in un toast, tutti i vari componenti del movimento fissati alla platina.

QUARZO: Un movimento in cui il susseguirsi temporale non presenta elementi meccanici, ma viene gestito dalla presenza di una fonte di energia, la batteria, un circuito integrato che ne calcola lo scorrimento, un oscillatore al quarzo ed un motore elettrico che fa muovere le lancette. Nei quarzi con display digitale, la corrente elettrica scorre nelle barre di cristalli liquidi che si oscurano permettendo di esprimere l’orario tramite numeri sul quadrante.

ROTORE: Massa, solitamente, a forma di semicerchio collocato in testa ai movimenti automatici, a forza di gravità tende a causarne la rotazione verso il basso che viene incanalata in impulsi di carica attraverso i movimenti del braccio.

RUBINO: Fungono da cuscinetti “a strisciamento”, servono a non usurare le zone di attrito tra le parti metalliche, tipicamente i perni, su cui si innestano le ruote degli ingranaggi ed i relativi ponti di supporto. I rubini sono in realtà sintetici, per questo motivo ultimamente se ne vedono di varie tonalità nei diversi movimenti; affinché preservino nel tempo la loro funzionalità è necessario far revisionare gli orologi ogni 8-10 anni per pulirne le superfici e lubrificarle nuovamente.

RUOTA: Ingranaggio deputato a trasmettere il moto tra i differenti organi. E’ composta dall’asse di supporto, contenente alle estremità i perni che si appoggiano sui rubini, ed un pignone oltre alla ruota. La singola ruota deriva il suo nome della funzione che esprime: ruota di rimessa all’ora, delle ore, dei secondi, dei minuti ed altre.

RUOTA A COLONNE: Ruota in acciaio che ricorda alla vista una torre merlata, sincronizza tutti i movimenti di comando di un cronografo derivanti dalla pressione dei tasti; generalmente posizionata in opposizione al bilanciere. La sua presenza determina già il livello di finitura del movimento, è a vantaggio delle Maison e dei movimenti più prestigiosi.

SCAPPAMENTO: Si occupa della regolazione della velocità di rotazione delle ruote del treno degli ingranaggi, lo compongono il bilanciere, l’ancora e la ruota di scappamento. Innestato nel bilanciere tramite un piccolo perno sposta alternativamente l’ancora ad ogni oscillazione, alternando destra-sinistra. L’ancora si presenta alla vista con una forma di “Y” con due particolari denti che, ad ogni spostamento, fanno “slittare” (scappare) solo un dente, per singola oscillazione, della ruota dello scappamento, ricevendo ad ogni “fuga” del dente un impulso sulla leva (che altro non è che una oscillazione della molla di ricarica) per mantenere inalterata l’ampiezza delle oscillazioni, quando la forza della molla è al minimo si determinano le variazioni di precisione dell’orologio.

SPIRALE: la spirale è la molla che contribuisce a regolare l’ampiezza e la frequenza delle oscillazioni dell’intero movimento.

Conclusioni

Questo viaggio all’interno ed all’esterno dei segnatempo è finito, arrivederci alla prossima esplorazione…

 

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